La scorsa settimana, Emmett ha lavorato come cane da terapia in un'esposizione sponsorizzata dalla città sul volontariato, un programma per bambini in un ospedale residenziale e come partner di lettura presso la biblioteca pubblica. Quando sabato siamo arrivati in biblioteca, è stato spazzato via e ha passato il suo "turno" a sonnecchiare con la testa in grembo ai bambini.
Ha fatto un lavoro fenomenale ad ogni evento, però, e sono costantemente stupito e orgoglioso del suo comportamento. Quando siamo arrivati all'ospedale, ci siamo seduti nell'atrio mentre aspettavamo di essere fatti entrare nella stanza dei giochi con i bambini. Una donna sedeva a mangiare uno spuntino e a guardare Oprah sulla TV del piccolo ospedale. Continuava a guardare me ed Emmett mentre eseguivo alcuni esercizi di attenzione con lui. L'addetto alla reception ha chiamato i consulenti che stavamo incontrando:"Il cane da terapia è qui".
La donna guardò e sorrise. "Oh, quindi è un cane da terapia!" esclamò.
«Certo che lo è», dissi. "Questo è Emmett."
"È molto dolce", ha detto mentre agitava la coda con i suoi grandi occhi morbidi. “Ma sa di essere un cane da terapia?”
mi sono fermato. Nessuno me l'ha mai chiesto prima, e mi sono state poste quasi tutte le altre domande relative a Emmett sotto il sole. "Sinceramente", dissi, "penso che pensi solo che lo porto in posti per farsi accarezzare".
Più tardi, ho pensato un po' di più alla domanda:cosa pensa Emmett del suo lavoro terapeutico? A volte, specialmente con i bambini, è super energico e vuole correre da un bambino all'altro per ricevere abbracci e graffi. Ma altre volte, come in ospedale la scorsa settimana, risponde a una situazione in un modo che non potrei mai addestrare. Una giovane ragazza sedeva nel corridoio piangendo. Stava parlando con un consulente, ma era chiaramente molto turbata. Il consulente ci ha chiamato:"Possiamo salutare il tuo cane?"
Ho accompagnato Emmett, pensando che si sarebbe precipitato su, scodinzolando e si sarebbe infilato tra le persone come fa spesso. Invece, Emmett si avvicinò lentamente alla ragazza, le diede un piccolissimo annusare, poi si sdraiò proprio di fronte a lei, la testa sulle sue ginocchia. La ragazza sorrise e sgorgò, e le sue lacrime si asciugarono mentre strofinava Emmett. La guardò con tanta calma e sbatté leggermente la coda contro il pavimento. Il mio cuore si gonfiò di orgoglio.
Non potrei mai insegnare a Emmett a comportarsi in quel modo, specialmente in situazioni così specifiche. Ma in qualche modo attenua sempre la sua esuberanza negli ambienti o nei pazienti appropriati. Ma che dire di quelle situazioni lo sviano?
Cosa ne pensi? I cani in generale (oi cani da terapia, nello specifico) sanno come reagire in situazioni specifiche? Come fanno a saperlo?